Finanziati i progetti di ricerca per l’innovazione in Europa: come funziona il programma di Bio-on?
Conoscete il programma Horizon 2020 della Commissione Europea? Si tratta di finanziamenti per progetti di ricerca pari ad 80mila euro circa a cui si aggiungono investimenti privati. In questo scenario si inserisce la bioplastica di Bio-on del progetto BioBarr che ha ricevuto un budget di circa 4 milioni di euro finanziato da Bio-Based Industries Public-Private Partnership e che si indirizzerà verso il packaging alimentare. Marco Astori co-founder e Ceo di Bio-on ha dichiarato che “è da sempre abituato a lavorare con una moltitudine di aziende e ricercatori internazionali”. L’attività di ricerca inizierà il prossimo 1° giugno e si baserà sui biopolimeri PHAs (materiali ottenuti da fonti vegetali rinnovabili di scarto) prodotti con la tecnologia Bio-on. Astorri ha spiegato che non vengono utilizzati solventi chimici e l’acqua si riutilizza per evitare sprechi. In passato erano stati fatti degli esperimenti con il mais ma proprio l’eccessivo consumo di acqua aveva scoraggiato gli scienziati.
La ricerca sull’applicazione dei PHAs è rivoluzionaria perché risolve il problema dello smaltimento e i materiali ottenuti con la tecnologia Bio-on non sono assolutamente dannosi. Il PHAs è tollerato dall’uomo e non ci sono controindicazioni. Man mano verranno sostituiti i polimeri che derivano dal petrolio e che costituiscono fonte di inquinamento. Nonostante lo smaltimento infatti si trovano tracce anche nelle acque e nei terreni. Dovete sapere che anche il plancton le ingerisce e quindi le ritroviamo inevitabilmente nella nostra catena alimentare. La ricerca di Bio-on è attiva in molti campi come cosmesi e biomedicina.
Biomedicina: le nano capsule in bioplastica sicure e senza danni collaterali
Il campo della biomedicina è quello in cui sono stati fatti passi importanti. Bio-on ha brevettato le nano capsule in bioplastica PHAs che trovano applicazione in campo diagnostico e terapeutico. La bioplastica PHAs è sicura e non presenta effetti collaterali. La ricerca in questo settore ci fa sperare che il nostro pianeta e anche il nostro futuro sarà meno inquinato, per questo progetti come Horizon 2020 sono indispensabili per incentivare gli studi.