Insufflaggio delle pareti: scopriamo quali sono i pro e i contro

insufflaggio

Nel corso degli ultimi tempi, a livello ambientale si presta sempre più attenzione a soluzioni, anche in ambito edilizio, che riducano il più possibile l’impatto su tutto ciò che ci circonda. Ecco spiegato il motivo per cui si sceglie di effettuare degli interventi che possano diminuire le dispersioni di calore e rendere i vari edifici molto più eco-sostenibili.

L’insufflaggio è una tecnica che torna decisamente utile per risolvere i problemi di uno specifico tipo di edifici, che sono quelli sorti e sviluppati principalmente tra gli anni Cinquanta e Settanta. Queste strutture si caratterizzano per avere una parete esterna che è formata da un muro in cui è presente un intercapedine. Quest’ultimo viene ribattezzato spesso e volentieri anche con il termine di muro a cassetta.

Cosa prevede l’insufflaggio delle pareti

L’intercapedine spesso era vuota oppure poteva contare su un leggerissimo isolamento con dei pannelli isolanti, le cui dimensioni potevano variare tra qualche centimetro fino a 10-12 centimetri. Sono proprio tutti questi edifici che, al giorno d’oggi, presentano una notevole necessità di un intervento, che possa permettere di raggiungere un isolamento decisamente più efficiente.

Ebbene, l’isolamento a insufflaggio si caratterizza per iniettare direttamente nell’intercapedine dei muri, un materiale tipicamente isolante. Si tratta di un’operazione che viene portata a termine grazie alla realizzazione di fori sulle pareti, che dovrebbe presentare sempre una distanza pari a circa un metro tra loro e di circa 30 centimetri rispetto ai solai.

Questa tecnica di isolamento delle pareti viene portata a termine chiaramente dopo un sopralluogo in cui vengono analizzate tutte le caratteristiche dell’edificio. Dopo tali valutazioni, che riguardano ovviamente, anche il livello di efficienza raggiungibile, l’insufflaggio è una tecnica usata in tantissime città italiane, come si può notare anche sulla piattaforma insufflaggiotorino.com.

Uno dei vantaggi più importanti di questa tecnica è certamente il fatto di costare molto di meno rispetto ad altri tipi di interventi. Una spesa decisamente più contenuta in confronto ad un isolamento esterno, che viene chiamato anche cappotto, ma c’è da dire come la valutazione preliminare sia fondamentale per capire se possa essere il tipo di intervento corretto o meno per un determinato edificio.

I problemi dell’insufflaggio e l’importanza della simulazione preliminare

Infatti, rispetto all’isolamento esterno, l’insufflaggio porta con sé alcune problematiche di non poco conto. Ad esempio, l’isolamento in intercapedine può comportare un aggravamento, oppure anche realizzare da zero, dei ponti termici che non erano presenti all’interno della costruzione prima dell’intervento. I ponti termici non sono altro che dei punti in cui sia il calore che l’umidità interna tendono a concentrarsi per diffondersi poi verso l’esterno.

Di conseguenza, una delle principali problematiche dei ponti termici è che non vogliono solamente dire dispersione, ma significa che ci sono anche delle zone fredde nell’edificio. L’umidità in una determinata stanza può condensarsi e, più in là nel tempo, portare alla formazione di muffa. Si tratta di fenomeni la cui frequenza può aumentare soprattutto dopo degli interventi di insufflaggio.

È bene sottolineare, quindi, come si tratta di tutta una serie di problematiche che si possono prevedere con grande facilità. Di conseguenza, ci vuole ben poco per comprendere come le simulazioni e le valutazioni preliminari servano proprio ad evitare di svolgere un intervento che poi non può essere efficace come si pensa.

Nella maggior parte dei casi, proprio tramite delle normalissime simulazioni, di solito si può evitare che si vengano a creare delle muffe riuscendo a toccare delle temperature superficiali che rimangono al di sopra di una soglia pari a 17 gradi centigradi. Il fatto di arieggiare in maniera ottimale l’edificio è altrettanto importante, evitando che al suo interno si possano formare fin troppi carichi di umidità. La ventilazione meccanica controllata può essere un’ulteriore opzione da prendere in considerazione in tal senso.