Quando l’amianto, come per esempio quello costituito dalle lastre di eternit in un edificio, diventa friabile può essere molto pericoloso per la salute. Ecco perché le lastre di eternit di un edificio devono sempre essere controllate periodicamente, per verificare se rimangono nel tempo compatte oppure se diventano friabili. Se le lastre sono nuove o ben conservate, non liberano fibre pericolose nell’aria. L’amianto friabile invece è piuttosto pericoloso, perché il materiale tende a sbriciolarsi e le fibre si liberano, tendendo ad essere inalabili, quando sono presenti nell’aria. In questo caso si deve provvedere alla rimozione delle lastre di eternit, al corretto smaltimento dell’amianto e alla bonifica dell’edificio.
I costi dello smaltimento dell’amianto
Ma quanto costa la rimozione di eternit? Partiamo da questo aspetto, perché è comunque un fattore da tenere in considerazione, se abbiamo la necessità di provvedere alla rimozione e allo smaltimento delle lastre di eternit presenti in un edificio.
Per sapere a quanto ammontano le spese, bisogna rivolgersi alla richiesta di un preventivo rilasciato da ditte specializzate. Infatti la legge esclude completamente la rimozione fai da te.
Per i costi tutto dipende dalla superficie da bonificare. Infatti per la rimozione dell’amianto i prezzi possono variare da 10 euro a 20 euro al metro quadro, con costo che comprende anche il trasporto e lo smaltimento nelle apposite discariche.
Quindi per esempio, ipotizzando di avere a che fare con un tetto di 500 metri quadri realizzato in lastre di eternit, dobbiamo calcolare una spesa di 7.500 euro.
Come effettuare la rimozione dell’amianto
Le norme di legge impongono anche la messa in atto di procedure specifiche per provvedere alla rimozione e allo smaltimento dell’amianto, specialmente se ci troviamo di fronte alla rimozione di amianto friabile.
Secondo gli obblighi legislativi, per procedere ad un’opera di bonifica si deve allestire appositamente un cantiere che preveda la strutturazione di un’area di decontaminazione. Il tutto deve essere sottoposto ad un apposito collaudo.
L’area deve essere delimitata soltanto all’accesso del personale autorizzato, che sia adeguatamente protetto e che abbia seguito un processo di formazione. Di solito si esegue la cosiddetta rimozione ad umido, che consiste nel bagnare l’amianto con getti di acqua a bassa pressione.
Poi si va avanti insaccando l’amianto ancora umido. Si possono comporre dei sacchi fino a 30 kg di materiale, avendo cura però che siano riempiti soltanto i due terzi di ogni sacco.
In genere lavorano due operai contemporaneamente. Uno ha il compito della rimozione e l’altro esegue la procedura di insaccamento. I sacchi con l’amianto vengono immediatamente sigillati. Viene poi eseguito uno spazzolamento sempre ad umido, per eliminare eventuali fibre residue del materiale pericoloso.
Le zone rimosse vengono sigillate con appositi prodotti, in modo che le fibre che non sono state asportate siano ben fissate e non si disperdano nell’aria.
A questo punto tutto viene preparato per il trasporto. Il materiale rimosso è sottoposto ad un doppio imballaggio, che deve contenere un’apposita etichettatura. L’amianto rimosso deve essere trasportato in un’area di stoccaggio specifica mediante un percorso protetto.
Ci sono delle ditte autorizzate e specializzate al trasporto dell’amianto. Alla fine il materiale rimosso viene smaltito in discariche autorizzate. La ditta che si è occupata della procedura rilascia un’apposita documentazione.
Eseguendo questa procedura a norma di legge, possiamo essere sicuri di aver operato nel giusto e di non mettere in pericolo la nostra salute né quella degli altri. Infatti, sempre secondo ciò che stabiliscono le norme, in caso di rischio accertato, l’Asl locale ha l’obbligo di intervenire, per evitare che ci siano pericoli per la salute.
L’importante è sempre affidarsi ad una ditta specializzata, anche per effettuare analisi ed indagini sull’amianto contenuto nelle lastre di eternit presenti in un edificio.