Tiny home, le case compatte e sostenibili a basso consumo energetico

Le tiny home sono green? Piccole e sostenibili le nuove case compatte sfidano i grattacieli

Tiny home, le case compatte e sostenibili a basso consumo energetico

Le case compatte sono la nuova soluzione a basso impatto ambientale con meno costi e meno consumi. Negli Usa le tiny home sono diventate di tendenza perché gli spazi ridotti sono più flessibili di quelli ampi e soprattutto molto organizzati. Comfort e benessere, nell’immaginario comune, sono associati a case grandi con diverse stanze da adibire a diverse funzioni, ma a noi interessa il fattore sostenibilità.

Quando parliamo di tiny home ci riferiamo a case piccole e che possono seguirci, come fossimo delle lumache con il guscio. Il trend dell’edilizia verticale rappresentato dai grattacieli ormai è superato. Nelle grandi città sorgono palazzi altissimi perché sviluppare una struttura in altezza consente di ottimizzare le risorse e sfruttare meno suolo, in pieno rispetto del criterio di sostenibilità. Molti esperti quindi si interrogano, molto banalmente, su quale sia la soluzione green con minore impatto ambientale tra le tiny house e i grattacieli. Sono diverse le considerazioni su questo punto, in primis bisogna dire che le case compatte si costruiscono con meno materiali e si abbattono anche i consumi energetici. Riducendo gli interventi di cantiere si ha un altro impatto sulla filiera del progetto, le tiny house infatti sono moduli prefabbricati. L’aspetto più interessante è quello dei consumi domestici, in tempi difficili come questi, riscaldare e raffreddare ambienti molto stretti non comporta grandi spese, inoltre sui moduli prefabbricati sono installati dei dispositivi fotovoltaici che catturano la luce del sole e la trasformano in energia elettrica. Alcuni modelli di tiny house sono concepiti come alternativa al camper, altre mini case invece sono installate in spazi dove non si possono edificare case tradizionali. Per farvi capire meglio di cosa stiamo parlando, vi suggeriamo i nomi dei progetti che ci hanno lasciati senza parole.

La Keret House, realizzata dallo studio di architettura Centrala, è la casa più stretta del mondo. L’abitazione si trova a Varsavia ed è stata costruita sfruttando lo spazio verticale tra due edifici, il punto più ampio è di 122 cm e quello più stretto di 72 cm. Ovviamente la Keret House non è una dimora stabile ma è nata come residenza temporanea per gli artisti ed è il luogo di lavoro dello scrittore e regista israeliano Etgar Keret. Un’altra casa piccolissima è House H, progettata dallo studio Hiroyuki Shinozaki Architects per una giovane coppia in uno spazio inutilizzato. Otto i telai in legno che creano dei loft posizionati su diversi livelli. L’ambiente unico nel suo genere è complesso, dinamico e regolare, a differenza della Acute House progettata dallo studio australiano OFF!architecture costruita in uno spazio triangolare che prevede anche del verde all’esterno.