Conoscete la Posidonia oceanica? Si tratta della specie di alga marina più diffusa nel Mar Mediterraneo e anche in quello che bagna la lontanissima costa australiana. Lo sappiamo che quando andate al mare tendete a starne alla larga e che le odiate, però quest’alga, chiamata anche Erba di Nettuno è considerata molto importante per conoscere lo stato di salute del mare. Simile alle piante terrestri, la Posidonia protegge la costa dal fenomeno dell’erosione, e all’interno delle sue foglie che possono raggiungere anche un metro di lunghezza, si trovano diversi organismi vegetali e animali. La fioritura avviene in autunno e in primavera e i frutti che galleggiano sono chiamati olive di mare. Probabilmente le conoscete molto bene visto che, spinte dalle onde, raggiungono la riva, arenandosi.
Lo smaltimento dell’alga marina iniziava a rappresentare un vero e proprio problema, per questo motivo una società tedesca, la NeptuTherm ha deciso di utilizzarla a scopi edilizi, recuperando l’alga per produrre un materiale isolante. L’idea però non è nuova, qualche anno fa un team di scienziati aveva lavorato ad un progetto simile, ma l’azienda ha deciso di passare ai fatti, o meglio, alla produzione e alla commercializzazione. La Posidonia presenta alcune proprietà particolari che possono essere sfruttate in edilizia e rappresentano al tempo stesso un’alternativa green e a basso impatto ambientale.
Resistente a muffa e umidità più di altri materiali isolanti naturali, l’alga marina non deve essere nemmeno trattata chimicamente. La Posidonia oceanica resiste al fuoco e alla decomposizione, inoltre secondo alcuni test è stato dimostrato che trattiene una quantità di energia superiore a quella del legno e dei derivati, e questo significa che gli edifici possono rimanere più freschi in estate e caldi in inverno. La preparazione del materiale isolante con le alghe marine richiede anche meno energia ed essendo ecosostenibile si può smaltire senza alcun problema. Le fibre delle alghe sono in grado di fingere da tampone, assorbono il vapore acqueo e poi lo rilasciano, tutto questo senza mai perdere il potere isolante. Il punto critico del processo di produzione è rappresentato dai granelli di sabbia che si annidano tra le fibre delle alghe, la NeptuTherm non ha svelato come fa, ma è probabile che abbia ideato uno strumento di scuotimento automatizzato.